martedì 23 febbraio 2010

quando la classe non è acqua, ma fa acqua da tutte le parti.

Se il management di una grande ed articolata realtà industriale non trova altra soluzione per la contrazione del mercato che quella di sospendere a tempo la produzione e di mandare in cassa integrazione un numero ridicolmente alto di dipendenti, credo si possa parlare di un management fallimentare e miope.
Miope perché non in grado di prevedere le convulsioni del mercato, e di progettare delle strategie positive, fallimentare nella misura in cui non fornisce altre soluzioni di una cialtrona "chiusura a singhiozzo" scaricando il peso delle difficoltà sulle spalle dell'anello più debole e indifeso della filiera produttiva. Strategie da bottegai di provincia che non richiedono altra competenza di quelle possedute dai proprietari di una drogheria a conduzione familiare. 
Se la formazione delle nuove leve della classe dirigente sono affidate a figuri che mostrano una comprensione della realtà sociologica del nostro paese così scarsa e primitiva, allora presente e futuro del management aziendale sono destinate a non essere altro che delle affezioni parassitarie della nazione e della sua ricchezza produttiva e progettuale...

giovedì 11 febbraio 2010

mani pulite, anzi sporchissime.

Si ricomincia con gli scandali (vero che non abbiamo mai smesso, ma con discrezione) .
Questa volta è il turno di Bertolaso, la combriccola di Protezione inCivile spa, della mitologica Emma (Marcegaglia) e di un altro assessore (tale Pennisi, un mese fa avevano già arrestato Prosperini) del comune di Milano, emulo di Chiesa (non nel senso di Vaticano, almeno non per ora). Mazzette, luridi traffici di rifiuti, festini,  clientele, escort, insomma: gli "zoccolamenti" assortiti che sono il companatico abituale della surreale fenomenologia della "produttività" italiana. Perché diciamocelo, in Italia, il malaffare, l'intrallazzo pigro e miope, e l'assuefazione a queste pratiche sono praticamente generalizzate, multilivello, intergenerazionali (anzi, i più giovani sono gli utilizzatori più entusiasti) intersecano i più diversi strati sociali e con questa sconcia prossimità li cementano  (altro che chiesa cattolica).
Quello che mi importa - sul resto lasciamo che la magistratura faccia pulizia faticosamente - è che il PDL non ha altri argomenti da usare contro le inchieste (ovviamente è contro le inchieste) che la loro "politicizzazione". La banalità è tanto evidente quanto il fatto che hanno ragione: ovviamente tali scandali hanno una forte ricaduta politica, questo è un fatto (fisiologico) che non deve essere scambiato per la causa, che sfortunatamente per tutti  non ne attenua la gravità (anche solo il sospetto  di attività illecite dovrebbe essere sufficiente, in una società di galantuomini, a screditare del tutto i soggetti coinvolti) né a priori ne può indebolire la fondatezza.
Intanto, Berluscoide indefesso, dopo aver fatto buttare 600mln di euro per il buffet a La Maddalena, rimugina di riformare le pensioni per risparmiare sul bilancio dello Stato.
Comportamento familiare?

mercoledì 10 febbraio 2010

in the scent of

Al bar per un innocente caffé mattutino. Vedo gli onorevoli Finocchiaro e Casini discutere probabilmente di politica: pontificano di massimi sistemi senza essere né Galileo e neanche galileiani; non fanno nessuna fatica a sembrare due altezzosi scolaretti. Vedo a tratti - il bar è convulsamente, piuttosto frettolosamente affollato - sento male, capisco peggio, ma non abbastanza male per ricordarmi che questo maniera di "dire politico" (petulante, autisticamente massimalista, lobbizzante, vanitosamente anaffettivo e vanamente superegoico)  lo sento imbarazzante e sconcio, quasi quanto la didascalia che sottotitola la schermata: "PD e UDC: malizia o profumo di intesa?" - francamente imbarazzante, intristente, tristissimo. Un'alezzata di profumi di troppo, troppo sfacciato per quest'ora. Penso di lasciare lì il caffé e considero se non sarebbe stato meglio rimanermene a casa.

martedì 9 febbraio 2010

in viaggio

una semplice segnalazione
Il quotidiano on-line Peacereporter è ufficialmente nostro media partner. Peacereporter, che si occupa di esteri, diritti umani e conflitti dimenticati, ha infatti attivato nella sua home page un canale dedicato al 'Primo Marzo 2010'. Uno strumento per tenersi aggiornati sull'iniziativa, ma soprattutto per contribuire alla costruzione di un 'diario di viaggio' in vista della fatidica data. Attraverso una casella di posta elettronica primomarzo2010@peacereporter.net si potrà raccontare la propria storia, la propria esperienza e il perchè dell'adesione al 'Primo marzo 2010'.
Vi invitiamo a mandare a quest'indirizzo le vostre testimonianze. In particolare, vi chiediamo di indicare:

1) nome e cognome,
2) spiegare la vostra situazione (se siete italiani, oppure venite dall'estero, da quanto tempo siete in Italia, di cosa vi occupate...)
3) dare una valutazione sullo stato delle cose in Italia,
4) le ragioni per cui appoggiate lo sciopero degli stranieri e le vostre aspettative.

Grazie.

Seble per Primo Marzo 2010