martedì 23 febbraio 2010

quando la classe non è acqua, ma fa acqua da tutte le parti.

Se il management di una grande ed articolata realtà industriale non trova altra soluzione per la contrazione del mercato che quella di sospendere a tempo la produzione e di mandare in cassa integrazione un numero ridicolmente alto di dipendenti, credo si possa parlare di un management fallimentare e miope.
Miope perché non in grado di prevedere le convulsioni del mercato, e di progettare delle strategie positive, fallimentare nella misura in cui non fornisce altre soluzioni di una cialtrona "chiusura a singhiozzo" scaricando il peso delle difficoltà sulle spalle dell'anello più debole e indifeso della filiera produttiva. Strategie da bottegai di provincia che non richiedono altra competenza di quelle possedute dai proprietari di una drogheria a conduzione familiare. 
Se la formazione delle nuove leve della classe dirigente sono affidate a figuri che mostrano una comprensione della realtà sociologica del nostro paese così scarsa e primitiva, allora presente e futuro del management aziendale sono destinate a non essere altro che delle affezioni parassitarie della nazione e della sua ricchezza produttiva e progettuale...

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